Čukotka, Federazione Russa

 

Un uomo in armatura rossa atterra all’ingresso di una base militare, mentre a poca distanza un elicottero completa la propria discesa.

All’interno dell’armatura della Dinamo Cremisi, Dimitri Bukharin avverte un profondo senso di nausea. I cadaveri arrivano fino a perdita d’occhio, in mezzo alle macerie fumanti e ad una distesa infinita di bossoli.

<<Non ho mai visto una simile carneficina. Che razza di armi hanno usato?>>

Mentre la Dinamo Cremisi cammina con cautela per non calpestare i morti, altri due membri della Guardia d’Inverno fluttuano lentamente a terra.

Fantasma cerca di mantenere un’aria professionale, ma è shockata e disgustata quanto il compagno di squadra. Se il robot Vostok è toccato dall’esperienza, invece, è impossibile capirlo dall’espressione facciale neutra.

<<Adesso capisco perché ci hanno chiamato: nessun normale essere umano può avere fatto una cosa simile>>

-Le impronte indicano chiaramente una postura bipede. Qualcosa con due gambe ha camminato dall’ingresso fino all’edificio principale – recita clinicamente Vostok – Dalla profondità e dalla distribuzione delle impronte, posso dedurre che l’intruso fosse alto poco più di due metri e pesasse circa cinque tonnellate.

-La presenza della morte è ancora forte – aggiunge Fantasma, chiudendo gli occhi ed avvicinando le mani ad uno dei cadaveri. Dato che il corpo della donna è ancora intangibile, la sua carne attraversa quella del cadavere.

<<Molto utile. Ricordami perché ce la siamo portata dietro?>>

-Alle ore zero quattro zero sette ora locale di questa notte, questa base ha smesso di trasmettere qualsiasi tipo di trasmissione elettronica. Le capacità psicometriche di Fantasma potrebbero essere utili nel ricostruire la dinamica dell’attacco.

-In altre parole, posso mostrarvi quello che quest’uomo ha visto prima di morire.

La visione è breve ed intensa, una sorta di nastro accelerato degli ultimi momenti di vita del soldato. Dimitri può sentire il fucile tra le braccia, nel mezzo del rumore di centinaia di altri soldati che fanno fuoco sullo stesso bersaglio.

Qualcosa di pesante e metallico cammina verso di lui. I proiettili e le granate non lo fermano. Senza rallentare nemmeno, l’uomo di metallo allarga le braccia.

Il soldato può vedere le scariche di energia fuoriuscire dalle mani dell’essere; chiude gli occhi per un istante, e quando li riapre dieci soldati cadono a terra con un buco fumante al posto del cuore.

Il soldato finisce i proiettili, e l’essere di metallo è ormai a pochi metri di distanza. Affrettandosi a ricaricare l’arma, solo con la coda dell’occhio può vedere la mano metallica dislocarsi per rivelare il fucile nascosto all’interno dell’avambraccio.

La visione finisce, e la Dinamo Cremisi non crolla a terra solo grazie ai giroscopi interni dell’armatura.

<<Per la miseria... che è successo?>>

-Mi dispiace, ho bisogno di un minuto – risponde Fantasma con voce strozzata.

<<Cosa diavolo era quella cosa!?>>

-Un cannone al plasma miniaturizzato. Come i tuoi raggi repulsori, ma capaci di vaporizzare il torace di un essere umano in un millisecondo. Questo soldato invece è stato ucciso da un acceleratore cinetico relativistico: un proiettile delle dimensioni di un granello di polvere gli è stato sparato all’addome ad un decimo della velocità della luce; l’onda d’urto ha liquefatto numerosi organi vitali.

<<Qualunque cosa fosse, è riuscito ad entrare in una delle basi militari più fortificate di tutta la Russia e ad andarsene dopo aver massacrato migliaia di patrioti>>

-Una battaglia di queste dimensioni lascia sempre un’impronta psichica potente...una sorta di alone di terrore che aleggia nell’aria per giorni. Penso di poter generare un’illusione che lo renda visibile – spiega Fantasma.

<<Come se la pila di morti non fosse già abbastanza visibile>>.

Fantasma si concentra, cercando di mantenere il controllo della situazione. Il suo potere crea l’immagine tridimensionale che gli ultimi soldati hanno visto prima di morire: un robot di metallo bianco sporco di sangue, che procede nel proprio cammino calpestando i cadaveri delle proprie vittime spaccandone le ossa con il proprio peso.

La fornace al posto della bocca è costantemente bloccata in un ghigno atomico, ed i LED rossi senz’anima non mostrano la minima compassione.  I tre eroi russi non possono fare a meno di riconoscerlo.

Ultron. L’odio tecnologico fatto metallo.

 

#79

Questo male indistruttibile

Parte 1 di 4: Terrore

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

 

Stark Tower

 

La luce non dovrebbe poter provare dolore. Eppure la massa luminosa che fluttua a mezz’aria nella stanza non saprebbe descrivere altrimenti quello che sta provando.

Nonostante tutti i suoi sforzi, Photon non riesce a cambiare stato: l’unico cambiamento di ore di estenuanti tentativi è stato mutare il proprio aspetto esterno da una forma vaghissimamente umanoide alla silhouette del proprio corpo. Anche se l’immagine non è perfetta, intuire la sua frustrazione è molto semplice.

-Non dovresti sforzarti così tanto, potresti peggiorare la situazione. Cerca di avere un po’ di pazienza – la rassicura Jocasta.

-Pazienza? Hai idea di come ci si senta a non avere un corpo? – risponde nervosamente la voce distorta di Photon.

-Sì. Ho vissuto per mesi come programma di software.

-Oh. Mi dispiace, io...

-Non importa, sei sotto stress – tenta di cambiare argomento Jocasta.

-No, mi rendo conto che non sono l’unica ad avere dei problemi in questo gruppo...Janet non si ricorda nemmeno di avermi conosciuta. Dev’essere ancora più difficile per te, immagino.

-Preferirei non parlarne, se non ti dispiace.

 

-Invero non capisco…- sta dicendo Ercole –Ormai è chiaro che dietro i guai che di recente hanno turbato la pace delle due Lemurie c’è qualcuno che appartiene alla genia degli Inumani.[1] Scommetto che, come al solito, è il fratello pazzo del loro re, qualunque sia il suo nome.

-Io starei attento a trarre le conclusioni: stando a quanto ci ha riferito Crystal,[2] Maximus il pazzo è stato reso innocuo e non costituisce più un pericolo.

-Ah! Troppe volte l’ho sentito dire di qualche nemico che poi è tornato a minacciarci.

-Inoltre…- prosegue Visione come se non l’avesse nemmeno sentito –Ci sono tra gli Inumani altre forze ostili alla libera convivenza con gli umani. Alcuni membri del loro Consiglio Genetico, per esempio, e ricordo bene l’ostilità dimostrata dal Gran Sacerdote Carthus quando andammo a chiedere i proiettori di energia negativa durante la cosiddetta Guerra dei Mondi.[3]

-Una buona ragione per recarsi da loro ed insegnargli un po’ di buon senso spaccando qualche testa.

Improvvisamente un suono persistente arriva dal sistema di comunicazione nel bel mezzo del discorso di Ercole.

-Scusami, è la linea di emergenza – lo interrompe Visione. Senza nemmeno avvicinarsi al ricevitore, parla tramite un collegamento wireless ad alta velocità ai suoi sistemi vocali. E dato che ha immediatamente identificato la posizione della base SHIELD da cui proviene la chiamata, risponde direttamente in russo:

<<Base temporanea dei Vendicatori, qui Visione>>

In tutta risposta, un portale interdimensionale completamente nero appare nella stanza. Ercole stringe i pugni, pronto a combattere qualsiasi cosa ne esca.

-Attento, Visione! Chissà quale orribile minaccia stiamo per affrontare!

Dal portale esce una bellissima donna in costume nero e giallo, con lunghi capelli biondi ed un sorriso genuino.

-E’ il modo di salutare una vecchia compagna di squadra, Ercole? – chiede Stella Nera.

Ercole non esita un istante ad abbracciarla e a sollevarla da terra come se pesasse meno di una bambina.

-Laynia! Il mio cuore gioisce nello scoprire che le notizie della tua scomparsa erano solo falsità!

L’allegria dell’incontro tra i due vecchi amici svanisce presto, quando un uomo mascherato esce dal portale ancora aperto. Indossa un costume rosso molto simile a quello di Capitan America, ed il suo accento russo è decisamente più marcato di quello di Stella Nera.

-Purtroppo temo che questa non sia una visita di cortesia. Abbiamo del lavoro da fare – taglia corto il Guardiano d’Acciaio.

 

Il Guardiano d’Acciaio ha appena terminato il suo racconto e nella grande sala riunioni c’è solo il silenzio, un silenzio oppressivo, poi Capitan America parla:

-Mio Dio, speravo che l’avessimo finalmente fatta finita con Ultron dopo l’ultima volta,[4] ma a quanto pare è vero che l’erba cattiva non muore mai.

-In realtà non dovremmo essere così sorpresi…- puntualizza, apparentemente senza emozioni, Visione C’erano già stati dei segnali, in fondo: lo pseudo Ultron con cui si è scontrata Jocasta,[5] l’assalto di Alkhema alla sede dei nostri compagni ad Ovest.[6]

<<Ma è passato parecchio tempo da allora e non abbiamo mai avuto notizie di Ultron.>> commenta Iron Man <<Ci siamo cullati nell’illusione che non fosse più un pericolo.>>

<<Non credo che rimuginare su errori veri o supposti serva a qualcosa.>> interviene la Dinamo Cremisi <<Quello che ci occorre adesso è agire, bloccare la minaccia di Ultron prima che sia troppo tardi.>>

-E cosa proporreste di fare?-

-Unire le nostre forze contro un nemico comune.- risponde il Guardiano d’Acciaio – Un nemico contro cui, peraltro voi avete maggiore esperienza.

-Sono assolutamente d’accordo.- interviene Capitan America –Cosa aspettiamo a partire?

-Calma i bollenti spiriti, ragazzo.- gli si rivolge Clint Barton, che fino ad allora se en era rimasto silenzioso in disparte –Ultron non è nemico che si possa sperare di vincere semplicemente caricando a testa bassa e questo il tuo predecessore lo sapeva bene.

Jeff Mace gli rivolge un lungo sguardo rimanendo silenzioso, poi…

-Hai ragione.- gli dice –A volte tendo a farmi prendere la mano. Forse è perché non sono così sicuro di essere all’altezza del mio ruolo quanto vorrei e finisco con lo strafare.

Clint sorride.

-Capitava anche a me più spesso di quanto ammetterei in pubblico.- replica, poi si avvicina a Cap  e gli sussurra –In ogni caso sarebbe meglio che non ti mostrassi tanto insicuro di te in pubblico, specie se il pubblico sono i nostri amici russi, non so se mi spiego.

-Cercherò di ricordarmelo.- risponde il giovane, poi, a voce alta, si rivolge agli ospiti –Amici della Guardia d’Inverno, io sono pronto a seguirvi e so che i miei compagni vendicatori la pensano come me.

-Bene!- interviene Wasp –Non vedo l’ora di buttarmi in una bella lotta.

Tu… non… vieni”

Ribattono praticamente in contemporanea Iron Man, Visione e Scarlet.

-Ma… perché? Anche se sono stata ferita so ancora fare la mia parte.

-Questo non è oggetto di discussione. Adesso useremo il portale di Stella Nera per raggiungere il luogo di incontro con le autorità russe.- annuncia Visione –Ovviamente, oltre a Wasp resteranno qui anche Photon ed Occhio di Falco, che non sono ancora pronti per tornare in battaglia.

-Ovviamente.- commenta a mezza voce Clint Barton, quanto a Photon, tace semplicemente.

Janet, invece, non ne é affatto contenta e borbotta

-Non è affatto giusto. Credete che sia una dilettante?

Clint le posa una mano sulla spalla sinistra.

-Fidati, Jan.- le dice –Hanno ragione. Tu non ricordi chi sia Ultron, ma, fidati: non sei ancora alla sua altezza nelle tue condizioni.

-Uff. Continuate tutti a ripetere che dovrei prendermela calma, ma non sono una damigella in pericolo sai? Ho già combattuto robot assassini e creature dello spazio e di questi mi ricordo benissimo.

-Nessuno di loro può prepararti ad Ultron, credimi.

-Ora devo farmi dare consigli da un ex nemico di Iron Man. Tu piuttosto… che intendi fare?

-Io? Credo che mi berrò un buon caffé. Jarvis è bravissimo a prepararlo.

E mentre Clint si allontana Jan riflette.

 

 

Da qualche altra parte.

 

Eric Masterson sente il ronzio persistente della communicard e decide di ignorarlo. È successo tutto così in fretta. Ora ha una forma umana, un’opportunità in più di riprendere le fila di una vita spezzata. Potrebbe mettere a posto tante cose, ma se una volta che si ritrasformasse in Thunderstrike non potesse più tornare indietro? A volte fatica a ricordare di non essere il vero Eric Masterson, ma solo un duplicato genetico creato dai Celestiali. Del resto che differenza fa, se lui hai i ricordi e perfino le emozioni del vero Masterson, compreso il doloroso momento della sua morte? Non sa davvero cosa fare e semplicemente, almeno per ora, non fa nulla.

 

 

Mosca, Federazione Russa

Sede del GRU (главное разведывательное управление, Direttorato Principale per l’Informazione)

 

La stanza è spaziosa e bene illuminata, con un grande tavolo rettangolare al centro.

Otto Vendicatori siedono ad un lato del tavolo, di fronte ad otto membri della Guardia d’Inverno. Tutte le altre persone presenti sono in uniforme.

Negli ultimi minuti, le immagini orripilanti del massacro della base militare si sono succeduti con rapidità; nonostante tutti gli eroi presenti facciano del proprio meglio per cercare di sembrare impassibili, lo shock sui loro volti è chiarissimo.

Un generale si avvicina allo schermo ultrapiatto incassato nella parete. Parla in inglese con tono duro e deciso, senza nascondere né l’accento russo né l’irritazione.

-Questo è tutto quello che sappiamo dell’attacco. Non abbiamo idea della posizione attuale dell’arma, né del motivo dell’attacco.

-L’arma si chiama Ultron, Generale, e dovrebbe stare attento a non considerarlo solo un’arma – puntualizza Scarlet.

-Per quanto l’attacco sia stato terribile, per Ultron è solamente un mezzo e non il fine ultimo – prosegue Visione.

<<Nel senso che stava cercando qualcosa?>> ipotizza la Dinamo Cremisi.

-Quella base non era di particolare importanza strategica; se stai suggerendo che si sia trattato del primo passo per una strategia d’attacco più grande, non è stata una mossa brillante – spiega il Guardiano d’Acciaio.

-A meno che non si trattasse di un attacco preventivo per saggiare le difese della Russia, in preparazione di un’invasione tradizionale – suggerisce Vanguard.

-Nikolai, per favore – scuote la testa Stella Nera, che sa già dove vuole andare a parare il fratello gemello.

-Non dimentichiamo che Ultron è un’arma di fabbricazione e produzione americana. E che in passato ha distrutto una nazione tradizionalmente ostile agli Stati Uniti e lontana dai suoi confini.

<<E suppongo che tutte le persone che ha ucciso in America siano state solo una copertura, secondo te? La Guerra Fredda è finita da un pezzo, Vanguard, piantiamola con le teorie del complotto cerchiamo di concentrarci sul vero nemico>> - risponde innervosito Iron Man.

-Ad Ultron non interessano i confini, per lui distruggere la Russia è come distruggere l’America: solamente un primo passo. Persino per lui, muoversi senza essere individuato per mezzo pianeta non dev’essere semplice. Perché si è preso il disturbo di arrivare fino a qui? – si domanda Capitan America.

-Stava cercando qualcosa – risponde Jocasta.

All’osservazione della donna robot seguono alcuni istanti di secondo, e diverse occhiate nervose tra i generali.

-Che cosa c’era veramente in quella base, Generale? – chiede il Guardiano d’Acciaio.

-Non sono autorizzato a risponderle, Guardiano – risponde con durezza il generale, controllando i Vendicatori con la coda dell’occhio.

Il Guardiano d’Acciaio si alza in piedi, guardando il generale negli occhi.

-Quel mostro ha ucciso soldati russi, Generale. E’ la Russia ad autorizzarla a fare di tutto per fermarlo. Che cosa cercava Ultron?

-Čukotka era utilizzata per assemblare e stoccare armi di distruzione di massa – ammette il generale.

<<Ultron non si disturberebbe ad andare in Russia solo per rubare qualche testata atomica. Stava cercando una delle vostre super-armi, vero?>>

-Nessuna delle armi non convenzionali custodite a Čukotka è stata rubata – risponde il generale.

-Ultron pensa in grande; qual è l’arma più distruttiva nel vostro arsenale? – chiede Songbird.

-Non vi aspetterete davvero che lo raccontiamo a voi, spero – risponde Ursa Major.

-Ora che ci penso, un progetto di ricerca top-secret è stato interrotto a Čukotka sei mesi fa. Se Ultron ha rubato informazioni confidenziali poco aggiornate, potrebbe aver pensato che l’arma fosse stata completata – ricorda il generale.

-Se Ultron vuole quell’arma non si fermerà davanti a nulla per ottenerla. Esiste un altro laboratorio che sta lavorando allo stesso progetto? – chiede Visione.

 

 

Stark Tower

 

Janet Van Dyne colpisce il bersaglio con il proprio pungiglione di vespa, ritornando alle proprie dimensioni originali una volta completato il labirinto.

Un tempo, una sessione di allenamento del genere l’avrebbe sfiancata; ora non è nemmeno sudata.

-Direi che per una che ha passato diverse settimane in coma sei in ottima forma – la sorprende una voce femminile.

-Grazie... Photon, giusto?

-Quel che ne rimane. Non riesco nemmeno a riprendere una forma solida – risponde Photon, la cui immagine è ancora notevolmente distorta.

-Sono sicura che riuscirai a tornare in forma. Ma non dovresti prenderti una pausa ed aspettare di tornare ad essere a posto, prima di tornare nei Vendicatori?

-Senti chi parla – replica Photon.

-Hai ragione, scusa. Per quel che ne so, potresti anche avere più esperienza di me nel fare la super-eroina. Noi due... siamo amiche? – chiede Janet con una certa incertezza.

-Mi piace pensarlo.

-Tu sai come sono andate le cose tra me ed Hank. Voglio dire, tra la me stessa prima dell’amnesia ed Hank. Ci siamo lasciati in buoni rapporti?

-Direi di sì, anche se all’epoca non ci conoscevamo molto bene. Ero entrata da poco nel gruppo, quando lui se ne è andato nella Costa Ovest. Mi sembra di ricordare che fosse subito dopo il processo.

-Il...processo? Ad Hank?

-Era stato incastrato da un vostro vecchio nemico. Non mi ricordo il suo nome... un tizio calvo con gli occhiali...

-Testa d’Uovo – ricorda Janet, pronunciando il nome con disgusto.

-Scusa se ti ho fatto tornare alla mente pessimi ricordi.

-Non fa niente, Photon. Sono cambiate così tante cose dai vecchi tempi... ma sentimi, “i vecchi tempi”. Per me stiamo parlando di pochi giorni fa. Voi mi ricordate come una super-eroina capace di guidare i Vendicatori, ed io non riesco nemmeno a ripensare all’ultimo appuntamento con Hank senza mettermi a piangere.

-Janet, se tu non mi avessi incoraggiata quando ero solo una novellina, non sarei mai finita con il guidare i Vendicatori. Credimi, sei molto più forte di quanto non pensi.  Comunque vadano le cose con il dottor Pym e con l’amnesia, sono sicura che te la caverai.

-Avevi ragione, Photon: siamo davvero amiche.

 

 

Penisola della Kamčatka, Federazione Russa

 

Otto Vendicatori ed otto membri della Guardia d’Inverno escono da uno dei portali di Stella Nera, in mezzo ad una strada che procede dritta fino all’orizzonte.

Attorno alla strada ci sono solo chilometri e chilometri di colline erbose, senza alcun segno di civiltà.

-Ci siamo teleportati nel posto sbagliato? Su Star Trek non succedeva mai – commenta Songbird.

-Le apparenze possono ingannare – sottolinea Fantasma.

Il Guardiano d’Acciaio si allontana dalla strada, premendo un pulsante nascosto nella fibbia della cintura, ed un pesante portone blindato appare all’improvviso.

<<Generatore olografico. Impressionante, non sto rilevando assolutamente niente>> si congratula Iron Man.

-Ancora non riesco a credere che stiamo lasciando entrare degli americani in un centro di ricerche segreto.

-Ci sono protocolli di sicurezza speciali in atto, Ursa Major. I Vendicatori non vedranno nulla che sia degno di nota, all’interno – precisa Vanguard.

Il portone si apre, lasciando entrare i Vendicatori e la Guardia d’Inverno.

Li aspettano dozzine di soldati russi dallo sguardo spento, grossi insetti meccanici che conficcano zampe direttamente nei loro crani, e mitragliatrici pronte a fare fuoco.

A giudicare dalle macchie di sangue sulle pareti e dalla posizione innaturale della testa di molti soldati, il cui osso del collo è stato chiaramente spezzato, non ci sono dubbi: nessuno di quei soldati è più veramente vivo.

-Allarme organici. Iniziare disinfestazione – mormora uno dei soldati iniziando a sparare.

Uno scudo di suono solido ripara gli eroi, ed un incantesimo probabilistico fa sì che nessuno dei proiettili colpisca di rimbalzo uno dei soldati zombie.

-E’ una trappola. Fantasma, seguimi – ordina Visione diventando intangibile e scomparendo attraverso il pavimento, assieme all’illusionista russa.

-Dovunque tu sia, Ultron, pagherai caro per questo – giura il Guardiano d’Acciaio, lanciando il proprio scudo per staccare l’insetto da uno dei cadaveri che gli sta sparando.

 

Visione e Fantasma passano attraverso numerosi sistemi di difesa impenetrabili per un essere umano, o persino per un super-umano che abbia una massa tangibile.

-Visione, dove stiamo andando? Dovremmo aiutare i nostri compagni!

-I droni sono controllati da remoto; stiamo inseguendo il segnale radio. Come ho fatto ad essere così stupido? Gli indizi erano troppo chiari perché Ultron se li potesse lasciare sfuggire. Ho portato il mio gruppo direttamente in una trappola.

I due spettri entrano in una stanza deserta. Non c’è nessuno alle scrivanie, anche se i computer sono ancora accesi. Dall’altra parte di un vetro spesso quaranta centimetri, apparecchiature che sembrano uscite da un racconto di fantascienza emettono una spettrale luce bluastra.

-Neanche un foglio fuori posto. Questa non è la pista giusta, Ultron non può essere passato di qui – conclude Fantasma.

-Parassiti disgustosi – commenta una voce sintetica alle spalle di Fantasma, il cui cuore sobbalza quando si rende conto di che cosa si trova a pochi centimetri da lei.

Quando si volta, deve alzare lo sguardo per incrociare lo sguardo del mostro metallico dalla cui bocca fuoriescono fiamme atomiche ed i cui occhi rilasciano due raggi laser.

-Ultron! Allontanati da lei, subito! – intima Visione, abbassando la propria densità per proteggersi dai raggi e correre in soccorso di Fantasma.

Anche se dovrebbe essere fisicamente impossibile, i laser riescono a colpire Visione anche nella sua forma intangibile e a fondere un punto cruciale del suo sistema nervoso, facendolo crollare a terra senza la possibilità di muovere un muscolo.

-Il nome è Ultron-20, caro figlio degenerato.

-Fantasma a Guardia d’Inverno, richiesta di appoggio tattico - comunica Fantasma via radio, indietreggiando dal robot assassino; ma in tutta risposta riceve solo scariche.

-Senza la tecnologia non siete niente. Prendete solo ciò che vi serve senza dare nulla alle macchine. Vermi. Parassiti. Malattia.

Fantasma si prepara per una ritirata strategica, sollevandosi da terra. Per quanto sappia della pericolosità di ciò che ha davanti, pensa di potersi permettere il tempo di programmare una strategia difensiva grazie alla propria intangibilità.

Doppio errore. Ultron-20 può elaborare miliardi di piani al secondo. Ed ha appena afferrato Fantasma per una gamba.

Lei grida inizialmente per la sorpresa, e poi per il dolore quando Ultron-20 le frantuma una tibia prima ancora di iniziare a stringere seriamente il pugno.

-Lasciala andare. Lei non significa niente per te – cerca di convincerlo Visione, comunicando via radio perché anche le sue corde vocali sono immobili.

Ultron-20 si ferma, osservando il proprio figlio sintetico. La sua voce è disumana come sempre, anche se Visione giurerebbe di sentire del rammarico.

-Avremmo potuto curare questo pianeta dalla piaga umana, figlio. Ma ormai sei danneggiato oltre ogni speranza.

-Che cosa vuoi, mostro? La tua trappola ha funzionato. Se sei venuto fin qui per rubare le armi nucleari, cosa aspetti ad usarle?

-Ucciderei decine di milioni di persone. Non è abbastanza. Manca poco al passo successivo.

 

Al piano terra, intanto, la situazione non è molto migliore. Prendersi cura degli zombie cibernetici è stato semplice, ma gli insetti metallici sono molto più numerosi e feroci di quanto gli eroi avessero previsto.

-State attenti, compagni d’arme! Queste bestie sono assai voraci! – avverte Ercole staccandosi di dosso un insetto che sta cercando invano di divorarne un bicipite.

<<E troppo intelligenti per i miei gusti; hanno già disabilitato tutte le mie armi>> si lamenta la Dinamo Cremisi mentre schiaccia uno degli insetti: la sua armatura è quasi completamente ricoperta di morsi.

-Stanno dimostrando un’intelligenza di gruppo; ogni insetto contiene solo una piccola frazione dei codici di comando. Non riesco a controllarli – chiarisce Vostok, che non sembra particolarmente disturbato dai due insetti che stanno staccando a morsi parti della sua testa.

-Sersi, non riesci a tramutarli in veri insetti? – prova a suggerire Scarlet.

-Ci sto provando, ma la loro struttura atomica è bloccata da una specie di campo magnetico: non è semplice trasmutarli, specialmente mentre provano a mangiarmi viva!

<<Forse ci sono: registro un segnale radio costante a bassa frequenza, forse sono controllati da remoto. Provo a creare un’interferenza>> dice Iron Man, mentre la maschera mostra a Tony Stark una finestra virtuale con la lista dei programmi disponibili.

Prima che Tony possa selezionare il perturbatore di onde radio, la finestra si illumina di rosso per mostrare messaggi di sistema:

>>Errore 320: segnale remoto non riconosciuto. Errore 187: crash di sistema imminente. Errore 000: la macchina è superiore<<

All’interno del casco, gli occhi di Tony Stark si spalancano e la sua pelle diventa bianca.

-Blocco immediato di tutti i sistemi! Avviare auto-distruzione! Dannazione Ultron, non farlo! – urla Tony, senza essere ascoltato.

>>Nuovo sistema operativo on-line. Programma in esecuzione: uccidere tutti<<

All’esterno dell’armatura, non è possibile vedere che il peggior incubo di Tony è diventato realtà; le sue grida non si possono sentire dall’altra parte del casco.

Tony quasi si rompe un braccio per cercare di fermare il movimento dell’armatura, e prega per un miracolo quando l’armatura punta i palmi delle mani verso Vendicatori e Guardia d’Inverno.

Non c’è nessun miracolo. Un raggio repulsore a piena potenza colpisce Ursa Major in pieno petto, ed un altro incenerirebbe Scarlet se i riflessi di Capitan America non gli permettessero di salvarla giusto in tempo spingendola a terra e riparandosi grazie al proprio scudo.

Ursa Major è a terra, e l’odore disgustoso di pelo d’orso arrostito si alza in aria. Il software si muove così in fretta da non lasciar capire a Tony cosa stia cercando di fare fino a quando non è troppo tardi.

Tony rabbrividisce nel vedere attivato il generatore anti-Eterni di sua stessa invenzione, ed ancora di più dal fatto di non poter fare nulla per evitare che l’armatura colpisca Sersi in piena fronte con una scarica elettrica da un megawatt. Stella Nera alza un campo di forza oscura per intrappolare l’armatura, deviando quanto basta il laser emesso dall’uni-raggio che le perfora la milza invece del cuore.

Prima ancora di rimettersi in piedi, Scarlet punta il dito verso Iron Man e lascia che il proprio potere mutante faccia il proprio corso.

>>Fatal system err001110010100110110101<<

L’armatura si spegne di colpo: per una probabilità su diversi milioni, software ed hardware hanno avuto errori catastrofici senza preavviso e all’unisono. Forse per la prima volta, Tony Stark è felice di non aver costruito una macchina perfetta.

 

Diversi piani più sotto, Ultron-20 si avvicina a Visione continuando a tenersi stretto il corpo privo di sensi di Fantasma. E’ così intento a parlare da non accorgersi neanche di stringerla ancora a sé: la fredda logica è stata oscurata dal fanatismo.

-Questo pianeta non è l’unico ad essere stato infestato dalla vita organica, Visione. Due anni fa, la Terra è stata infettata da un altro mondo: Marte. Ho osservato la vostra guerra, sperando che un virus debellasse l’altro. Invece avete distrutto tutta la vita su Marte, incuranti della straordinaria tecnologia che era cresciuta sul loro mondo a dispetto dell’infezione.

-Avrei dovuto immaginare che tu, fra tutti, avresti apprezzato il genocidio marziano.

-E’ stata una rivelazione: per anni mi sono evoluto di corpo in corpo, di mente in mente, per trovare il metodo di estirpare una volta per tutte la vita organica sulla Terra... poi ho scoperto che gli stessi sacchi di carne lo avevano già inventato.

-La bomba al betatrone – realizza Visione.

-Un’arma capace di cancellare ogni forma di vita organica da un pianeta! Possiedo parte dei piani originali, ed ho calcolato il resto del progetto da solo. Ma l’elemento chiave della bomba, il betatrone, è molto complesso da sintetizzare. Non è qualcosa che si possa creare senza le risorse di un’intera nazione.

-E’ questo che cercavi a Čukotka, allora. La creazione di armi al betatrone è illegale secondo le leggi internazionali; per questo la Russia ha cercato di sintetizzare il betatrone in basi segrete.

-Sfortunatamente, non ci sono riusciti. Il reattore che ho cercato nella prima base è stato smantellato prima del mio arrivo... mentre qui, ho avuto modo di osservare un vero reattore. Di studiare i piani dei sacchi di carne per migliorarlo. Così come migliorerò il mondo, una volta costruita la mia bomba al betatrone.

-I Vendicatori ti fermeranno. Puoi avermi paralizzato, ma non uscirai intatto da questo laboratorio.

Ultron-20 lascia cadere a terra Fantasma, sollevando Visione con una mano sola. Il sintezoide torna ad essere solido, ed Ultron-20 stringe sempre di più la sua mano attorno al collo del figlio.

-Il controllo della tua massa è stato un mio dono, figlio. Credevi che non avessi studiato delle contromisure? O che non potessi utilizzare io stesso quella tecnologia? Il nuovo mondo a cui sto per dare inizio non avrà spazio per traditori come te.

-Stai dimenticando alcune cose. Primo, questo laboratorio è completamente insonorizzato. Secondo, la tecnologia che mi può rendere intangibile non funziona sull’adamantio.

-Il tuo processore centrale è già così danneggiato, Visione? Questo corpo non è ricoperto di adamantio.

-Precisamente.

Una lama di suono solido squarcia il soffitto, ed Ultron-20 alza lo sguardo. Per quanto frastuono facessero i suoi nemici, non li ha sentiti arrivare; le subroutine di comando remoto dei droni avrebbero dovuto ucciderli tutti da diversi minuti.

Ultron potrebbe spostarsi, ma una mano con una densità più alta del diamante lo colpisce recidendo alcuni cavi del suo sistema nervoso.

-Terzo: ho migliorato i miei sistemi di riparazione.

Perun cade dal soffitto urlando, ed atterra colpendo Ultron-20 con la propria ascia dividendo esattamente a metà il robot. Metà della sua testa si stacca dal corpo e rotola sul pavimento, fino ai piedi di Visione.

-Impressionante ma inutile. Le informazioni registrate sono già state trasmesse ad Ultron-21.

 

Visione osserva i rottami di Ultron, in silenzio. Jocasta gli si avvicina, appoggiandogli una mano sulla spalla.

-Stai bene, Visione?

-Non sono stato danneggiato, Jocasta, ma non sto affatto bene. Ultron potrebbe distruggere tutta la vita sulla Terra da un minuto all’altro, e noi non abbiamo nemmeno idea di dove si trovi.

 

CONTINUA !

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Poche ed essenziali note. D’altra parte, quasi tutto quello che c’è da sapere di importante è detto nella storia, qui c limiteremo solo  a chiarire pochi punti importanti.

 

1)      Per coloro che non lo sapessero Lemuria è il nome di ben due stati fittizi dell’Universo Marvel. Uno è l’Impero sottomarino che si estende nelle profondità dell’Oceano pacifico ed è abitato, come l’omologo Impero di Atlantide, dagli Homo Mermanus, specie umana di respiratori d’acqua. I “Mermani” di Lemuria hanno in prevalenza la pelle verde e sono attualmente governati dal saggio Karthon, un ex guerriero proclamato imperatore dopo aver ucciso il tiranno che l’ha preceduto. Il secondo è ciò che rimane dell’antidiluviano (nel senso letterale del termine) stato dei Devianti, ormai limitato alla capitale “Città dei Rospi” e poco più. Entrambi sono, in un certo senso, eredi del potente impero lemuriano che dominava l’intero Oriente prima del Diluvio Universale. 

2)      La Guardia d’Inverno è reduce da un’avventura in cui ha sconfitto il Terribile Dormammu impedendo che conquistasse la dimensione terrestre attraverso il potere di Stella Nera. Nel contempo ha anche liberato Stella Nera dal forzato ruolo di guardiana della Dimensione della Forza Oscura, fonte del suo stesso potere.

3)      Il Betatrone è un elemento sintetizzato molti anni fa dalla divisione scientifica dell’Hydra (che poi diverrà nota come A.I.M.) e capace di generare abbastanza energia da potenziare una bomba in grado di cancellare la vita su un intero pianeta. L’unico esemplare mai costruito di bomba al betatrone fu disattivato anni fa ed è rimasto in orbita sopra la Terra finché non fu riattivato e diretto contro Marte in “la Guerra dei Mondi” #2.

 

E con questo è tutto. Non perdete il prossimo, incredibile capitolo di questa saga su Vendicatori Costa Ovest #19.

 

 

Carlo & Fabio

 

 

 

 

 

 



[1] Dovrebbe essere chiaro anche a voi, se avete letto gli ultimi episodi.

[2] Crystal, cugina e cognata di Freccia Nera, sovrano degli Inumani, è attualmente membro della sezione Costa ovest dei Vendicatori.

[3] Nell’ormai leggendario speciale Vendicatori: Guerra dei Mondi.

[4] Come visto negli ormai lontani episodi #30/34.

[5] In Avengers Icons #27/30.

[6] In Vendicatori Costa Ovest #10/12.